La commissione Urbanistica è tornata a discutere il 9 aprile sulla
variante 200 al Piano regolatore, che modificherà profondamente la zona nord est
di Torino. La trasformazione di quella parte di città è infatti strettamente
legata alla costruzione della linea 2 della metropolitana, che collegherà il
nord e il sud di Torino. L’attuale ipotesi di tracciato della nuova linea
prevede una stazione di partenza, presso piazza Conti di Rebaudengo, vicino al
parco Sempione, raccogliendo così il traffico veicolare della strada regionale
11 (Padana Superiore) e della provinciale 590 (Val Cerrina). Per poi passare per
l’ex scalo Vanchiglia, corso Regio Parco, Giardini Reali, corso Re Umberto,
corso Stati Uniti, Politecnico, e attestarsi verso corso Orbassano.
In
superficie, sarà creato il viale della Spina 4, nuovo accesso alla città per chi
proviene da corso Grosseto. Anche l’area dello scalo Vanchiglia e quella della
trincea ferroviaria tra corso Vercelli e la Manifattura Tabacchi saranno oggetto
di una profonda trasformazione.
Nel corso della riunione della II
commissione, presieduta da Piera Levi-Montalcini, sono intervenuti Gian Paolo
Bonvicino, vice presidente del Collegio dei costruttori edili della provincia di
Torino, Riccardo Bedrone, presidente dell’Ordine degli Architetti della
provincia di Torino, e rappresentanti delle associazioni
ambientaliste.
“Il nostro giudizio sulla variante 200 è positivo” –
ha dichiarato Bonvicino – “Se ci sarà una suddivisione in lotti, anche le
piccole e medie imprese, magari unendosi in cordata, potranno lavorare in
quell’area. Mi auguro che si intendano realizzare costruzioni di pregio ed
ecocompatibili”.
Per Bedrone “Si tratta di un intervento colossale
che impiegherà, credo, trent’anni per essere completato. Speriamo si faccia
ricorso anche al concorso di idee per la progettazione”. Il presidente
dell’ordine degli Architetti ha anche evidenziato che “ricorrere in misura
eccessiva al finanziamento privato potrebbe comportare il rischio di avere un
indice edificatorio troppo elevato”.
Per Emilio Soave, rappresentante delle
associazioni ambientaliste “la variante suscita dubbi e perplessità”. Pur
riconoscendo come indispensabile la costruzione della linea 2 della
metropolitana, ne ha contestato il tracciato, ritenendo ad esempio troppo
oneroso fare passare i treni sotto il fiume Dora. “In alternativa” – ha
dichiarato – si potrebbe ipotizzare la costruzione di una sopraelevata
accanto al ponte di corso Novara, a una ragionevole distanza dal
Cimitero.
Ha concluso il dibattito l’assessore all’Urbanistica Mario
Viano, che ha suggerito un’ulteriore audizione con l’assessore alla Viabilità e
ai Trasporti Maria Grazia Sestero per discutere e ascoltare le motivazioni sulle
scelte fatte, e da lui condivise, per tracciare la linea 2. “La variante
200” – ha spiegato Viano – “punta a densificare e a valorizzare aree
servite da mezzi pubblici”. Con l’obiettivo di decongestionare, e quindi
poter riqualificare, le aree di barriera, ormai non più adatte alle esigenze
degli abitanti e della viabilità, profondamente mutate da quando sono state
costruite le barriere, alla fine dell’Ottocento o all’inizio del
Novecento.
Nella foto: L'ipotesi di percorso della Linea 2 della
metropolitana di Torino
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